PALCO A PEDALI/ TÊTES DE BOIS - TEATRO CULTURA VERBANIA 2012 - TE.CU 2012

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PALCO A PEDALI/ TÊTES DE BOIS

OSPITI

"PALCO A PEDALI"

IL CONCETTO

La bici è leggera e trasparente. La bici è un triangolo e due cerchi. Una catena e un manubrio e due pedali e il resto sei tu che sopra ti ci muovi. La bici ha la velocità giusta. La bici è popolare. La bici non è tifo, è passione, scendere e salire.
La bici ecologica e rivoluzionaria: non inquina, arriva dappertutto, è facile ed economica da riparare, risolve il problema del traffico e nell’uso quotidiano impone un certo ritmo di vita.
La bici al mare, la bici per andare a lavorare, la bici in città per girare, la bici su una curva per aspettare ancora un corridore.
La bici delle infinite storie, dei cronisti che volano con la fantasia, delle telecamere che ti raccontano il mondo a casa tua.
La bicicletta ha messo insieme gli italiani, li ha uniti perché li ha resi rivali, Girardengo e Belloni, Binda e Guerra, Coppi e Bartali, Gimondi e Motta, Moser e Saronni e tutti a leggere nella stessa lingua l’italiano il giorno dopo, sullo stesso giornale che svolazza.

L’Italia che si univa nel pensiero della corsa era lontana anche due notti di treno, eppure tutti, presenti e lettori, erano su quel tornante ad aspettare qualcuno che poteva arrivare. I preti in bici, le mondine in bici, le partigiane in bici, le maestre, le guardie e i ladri, i banditi e i campioni, gli operai, gli avvocati e i farmacisti, i pompieri, i bersaglieri, le ragazze innamorate, i fornai, i bagnini, i ragazzi e i bambini… I bambini che imparano ad andare in bicicletta: via le rotelle! E’ quando arriva l’equilibrio nuovo, il secondo e ultimo dopo il camminare … Chi non ricorda quel momento? Papà che ti tiene per il sellino un attimo ancora e poi via da solo! Oltre il ponte c’è il mondo, un mondo fuori controllo lontano dagli occhi. Solo, all’improvviso.
Questa bicicletta si racconta in “Goodbike”, uno spettacolo strutturato su più livelli narrativi, ma fondato su un’estrema coerenza, al punto di far derivare le stessa  energia elettrica necessaria al funzionamento della tecnica complessiva dello spettacolo (audio, video, luci), dalla forza dei pedali.
PEDALATORI E DINAMO
L’energia elettrica dello spettacolo sarà infatti generata da circa 100 pedalatori volontari scelti nel pubblico che pedaleranno, in qualche caso alternandosi o sostituendosi al volo in modo che non si possa mai perdere ritmo ed energia, per tutta la durata dello spettacolo sulle proprie biciclette posizionate su rulli simili a quelli che i ciclisti usano per allenarsi a casa che caricano delle dinamo. Tali dinamo, come già enunciato sopra, genereranno i watt sufficienti al funzionamento di tutta la parte audio, luci e video. La combinazione e destinazione d’uso del progetto, la produzione di energia necessaria per sostenere un intero spettacolo dal vivo con musica, attori, disegnatori e proiezioni, e in chiave assolutamente tematica, risulta essere unica. Il progetto del palco a pedali, che di seguito si illustra, è stato curato dall’ingegner Gino Sebastianelli.
LA MUSICA
Il fulcro dello spettacolo sono le canzoni dei Têtes de Bois dedicate alla bicicletta, prevalentemente tratte dal disco dei Têtes de Bois “Goodbike” (Ala Bianca/Warner 2010). Il disco ha ottenuto un grande consenso di pubblico e critica e si è classificato secondo al Premio Tenco 2010 nella categoria “miglior disco assoluto dell’anno”.

Le canzoni di Goodbike attraversano tutto il mondo della bicicletta, per fare alcuni esempi la bicicletta dei campioni “Coppi”, “Bartali”, “La canzone del ciclista”; la bicicletta rivoluzionaria “Noi siamo il traffico”, brano dedicato al movimento della Critical Mass e “Corrosivo acido”, che evoca scenari urbani e suburbani; la bicicletta del sogno e del ricordo come canta “La bicicletta” (traduzione italiana di “’A bicyclette” portata al successo da Yves Montand) ; la bicicletta che in Africa può cambiare una vita, come in “Bicictrombetta”;
la bicicletta delle grandi imprese come quella di Alfonsina Strada, unica donna che, nel 1924, abbia mai corso un Giro d’Italia professionisti, in mezzo agli uomini, e cui \'e8 dedicata “Alfonsina \'e8 la bici”.
Da questo brano \'e8 stato tratto un video, per la regia di del pluripremiato regista Agostino Ferrente (autore del film sull’Orchestra di Piazza Vittorio) che ha vinto il Premio Speciale e il premio per la miglior fotografia (realizzata insieme al montaggio da Paolo Scarf\'f2) al P.I.V.I (Premio Italiano Videoclip Indipendente 2010).  Nel video Alfonsina e' interpretata da Margherita Hack
I Têtesde Bois sono uno dei più prestigiosi e premiati gruppi del panorama nazionale, impegnati ,sin dai loro esordi nel 1992, oltre che nell’attività discografica e concertistica vera e propria, in progetti culturali e artistici di altissimo valore. I Têtes de Bois sono un organico composto da sei elementi: Andrea Satta, voce; Carlo Amato, basso, campionamenti e computer; Angelo Pelini, pianoforte e tastiere; Luca De Carlo, tromba; Maurizio Pizzardi, chitarre e Lorenzo Gentile, batteria. Nello spettacolo “Goodbike” la band, al completo sul palco, esegue le canzoni dal vivo in un incastro poetico costituito dall’alternarsi e intersecarsi di diversi piani narrativi: 1) la radiocronaca degli ultimo 18 Km dell’ultima tappa del Giro d’Italia del 1975, testa a testa tra Francisco Galdos e Fausto Bertoglio 2) le immagini proiettate sullo schermo 3) la lettura dei testi poetici, 4) la narrazione a braccio di cui Andrea Satta è motore e parte integrante. La maggior parte delle musiche sono originali dei Têtes de Bois, salvo qualche cover firmata da grandi maestri della canzone quali Gino Paoli, Paolo Conte, Sergio Endrigo.
Di seguito un esempio della scaletta dello spettacolo:


CANZONI

VIDEO

LETTURE

   

Andrea a braccio su Critical Mass
(Io ho un sogno)

1. Noi siamo il traffico

   

2. Corrosivo acido

Video da pc

 

3. Radiocronaca 1

Licio su sabbia

 

4. Coppi

Vignetta Staino

 
   

Introduzione
Alfonsina Strada

5. Alfonsina

   

6. Radiocronaca 2

Licio su sabbia

 

7. Mia cara miss

Vignetta Staino

 

8. Canzone del ciclista

Licio

 

9. Ospite

 

Poesia di Gozzano

10. La bicicletta

Vignetta Staino

 

11. Radiocronaca 4 + applausi

Video arrivo

 
   

Curzio Maltese

12.

 

Abdul da “I Riciclisti”

12. Padrone mio

Licio su sabbia

 

12.

 

Bici nera da Pastonesi

12 bis  Padrone mio

   
     

IL TESTO
La narrazione dello spettacolo si dipana a partire dal racconto di Andrea Satta che tra le canzoni conduce e divaga attraverso le varie dimensioni in cui la bicicletta si materializza: una vecchia e mitica corsa degli anni Settanta ascoltata per radio, in cui due gregari si inseguono per il sommo titolo di quel Giro, le vicende di una staffetta partigiana in bicicletta: “La partigiana Ide ha una bici con tre cambi, è proprio la stessa bici di quei tempi ma senza due che sono morti. Andava su per l’Appennino incontrollata e con la neve, il gelo e il vento, con maglie asciutte, comandi, pane e carne salata. La partigiana Ide l’ha fatto per la rabbia, perché voleva vendicare i
suoi fratelli strappati in fretta agli anni più belli sul muro di Ferrara, una notte, fucilati. La partigiana Ide l’ha fatto per paura, perchè non avrebbe mai sopportato che i suoi figli, figli del terrore e di un pensiero disumano pensassero alla morte come a un segno del destino. La partigiana Ide è ancora là nella pianura e aspetta tutti ad ogni alba ad ogni tramonto se hai voglia di dedicarle un po’ di tempo la potrai vedere, a sera, all’orizzonte correre veloce ad un altro appuntamento” (“I Riciclisti di Andrea Satta, Ediciclo 2009); la storia di Abdul, bracciante africano nel meridione italiano, sparito una notte, senza luci sulla statale: “
Perché la bici ruota coi suoi pedali sotto le gambe degli ultimi, nelle campagne del nostro Sud. Una volta ho conosciuto Abdul… Lo vedevo ogni sera all’ultimo, con le gocce sul parabrezza, e ifari contro, l’asfalto bagnato, la strada buia. Ubriaco. Tornava a casa? Andava in baracca a scopare? Ancora a bere? E mi chiedevo, ma chi sei? Chi siete? I lavoratori stagionali? I bevitori stagionali? Gli scopatori stagionali? I dispersi
stagionali? Nella notte in bici, senza lumini mi apparite contromano sulla provinciale, foto spettrale, mi apparite ebrei neri di Auschwitz-Tavoliere, fantasmi d’Occidente, uccelli notturni, prossimi a morire anime di un altro purgatorio.


Dopo aver attraversato il Sahara, aver pagato l’imbarco in Libia, scaricati su un gommone, raccolti dalla guardia costiera, schiaffati in un CPT ed evasi da lì chissà come, finite a raccogliere pomodori a Borgo Libertà, a dieci euro al giorno, lavoro che vi mantenete facendovi scopare la moglie dal caporale di turno,tra Cerignola e Candela. (…)
- Sì, in quel tratto di autostrada dove il CIS viaggiare informati lancia via radio “Vento forte tra Cerignola e Candela!” e il divieto di transito ai mezzi telonati e furgonati. Come se uno potesse, improvvisamente, vendere il proprio mezzo telonato o furgonato a Cerignola, per ricomprarlo a Candela…!! Lì, italiani bravissima gente, guardate! (…) - A destra e a sinistra! a sinistra e a destra! Tra le rughe e le gambe aperte dell’Europa, schiene curve e nere.
Eccoli! Sono i compagni di Abdul! Che da sole a sole, a mano, raccolgono, che ne so… i pachino e i ciliegino per il pallido bambino nostrano. Piedi violenti nella terra arsa, gambe divaricate da solco a solco, occhi di frusta, lingua di scudiscio che sferza! E’ il caporale! Quello che Matteo Salvatore chiamava suprastante.
Piove sudore Abdul! E’ tempesta di sole Abdul! Non acqua, né parole son concesse, né lacrime sante.
E’ ammessa la fatica. E basta. Non sei padre. Non sei figlio. Sei macchina umana a basso costo. E non c’è resto! Sputa sulla ruota della tua bici, Abdul! Sputa! Sputa!
Lascia sull’asfalto una traccia del tuo codice in saliva. Sarà un modo per ritrovarti un giorno… Per non avere dubbi. Potresti morire senza volto.
C’è gente sepolta senza nome ad Ortanova, in mezzo al Tavoliere, sulla pietra di marmo.
(“I Riciclisti” di Andrea Satta).

E ancora i ragazzi che occupano la tangenziale con le biciclette e una donna capace di un’impresa impossibile, Alfonsina Strada: “
Non sarebbe dovuta morire mai, Alfonsina Strada. Invece morì. Mettendo in moto la sua Guzzi. Una mattina d’inverno. Faceva capricci il suo motore. Un infarto la fermò. Fuori dal suo negozio di bici. Sulla Varesina (…) - E allora due  anni fa siamo andati, cioè io con i miei amici, i soliti, li conosci… Là, alla periferia di Milano, zona Certosa, dopo San Siro, a vedere se c’era una traccia, qualcosa di lei, una foto. Dove era la sua bottega, c’è un negozio TIM, con l’ultima tariffa aggiornata. Non so come andò, ma poco più in là sulla stessa via sopravviveva uno che l’aveva conosciuta. Il vecchio lattaio, magro, piccolino, auto dichiarato exciclista, bancone di marmo e frigidaire con maniglie a leva.
Fuori tempo massimo, la latteria… Un quarto di latte ogni sera, la sua spesa, cenava presto, questo lui, di lei, si ricordava”
. ( “I Riciclisti, di Andrea Satta, Ediciclo,2009).

Cuciti nel racconto di Satta sono anche alcuni articoli o testi di Curzio Maltese, Marco Pastonesi (per es. da “La corsa più pazza del mondo – storie di ciclismo nel Burkina Faso”, Ediciclo 2007) e Gianni Mura (per es. da “Giallo su giallo”, Feltrinelli 2007), tra le più preziose firme del giornalismo e della cronaca sportiva italiani, ma anche le poesie di raffinati poeti innamorati della bicicletta quali Giorgio Caproni:

“Anima mia, fa' in fretta.
Ti presto la bicicletta, ma corri. E con la gente (ti prego, sii prudente) non ti fermare a parlare smettendo di pedalare.
Arriverai a Livorno vedrai, prima di giorno.
Non ci sarà nessuno ancora, ma uno
per uno guarda chi esce
da ogni portone, e aspetta
(mentre odora di pesce
e di notte il selciato)
la figurina netta,
nel buio, volta al mercato.
Io so che non potrà tardare
oltre quel primo albeggiare.
Pedala, vola. E bada
(un nulla potrebbe bastare)
di non lasciarti sviare
da un'altra, sulla stessa strada.
Livorno, come aggiorna,
col vento una torma
popola di ragazze
aperte come le sue piazze.
Ragazze grandi e vive
ma, attenta!, così sensitive
di reni (ragazze che hanno,
si dice, una dolcezza
tale nel petto, e tale
energia nella stretta)
che, se dovessi arrivare
col bianco vento che fanno,
so bene che andrebbe a finire
che ti lasceresti rapire.
Anima mia, non aspettare,
no, il loro apparire.
Faresti così fallire
con dolore il mio piano,
e io un'altra volta Annina,
di tutte la più mattutina,
vedrei anche a te sfuggita,
ahimè, come già alla vita.
Ricòrdati perché ti mando;
altro non ti raccomando.
Ricordati che ti dovrà apparire
prima di giorno, e spia
(giacché, non so più come,
ho scordato il portone)
da un capo all'altro la via,
da Cors'Amedeo al Cisterone.
Porterà uno scialletto
nero, e una gonna verde.
Terrà stretto sul petto
il borsellino, e d'erbe
già sapendo e di mare
rinfrescato il mattino,
non ti potrai sbagliare
vedendola attraversare.
Seguila prudentemente,
allora, e con la mente
all'erta. E, circospetta,
buttata la sigaretta,
accòstati a lei soltanto,
anima, quando il mio pianto
sentirai che di piombo
è diventato in fondo
al mio cuore lontano.
Anche se io, così vecchio,
non potrò darti una mano,
tu mórmorale all'orecchio
(più lieve del mio sospiro,
messole un braccio in giro
alla vita) in un soffio
ciò ch'io e il mio rimorso,
pur parlassimo piano,
non le potremmo mai dire
senza vederla arrossire.
Dille chi ti ha mandato:
suo figlio, il suo fidanzato.
D'altro non ti richiedo.
Poi, va' pure in congedo.”
(“Ultima preghiera”, di Giorgio Caproni)

Presenti nel testo sono anche poesie Guido Oldani e Guido Gozzano, es.:
“Tra bande verdigialle d'innumeri ginestre
La bella strada alpestre scendeva nella valle.
Ecco, nel lento oblio, rapidamente in vista,
Apparve una ciclista a sommo del pendio.
Ci venne incontro: scese. " Signora: sono Grazia! "
Sorrise nella grazia dell'abito scozzese.
Tu? Grazia? la bambina? "-" Mi riconosce ancora? "
" Ma certo! "E la signora baciò la Signorina.
" La bimba Graziella: Diciott'anni? Di già?
La mamma come sta? E ti sei fatta bella!
La bimba Graziella: così cattiva e ingorda!..."
" Signora, si ricorda quegli anni? "-" E così bella
vai senza cavalieri in bicicletta?..."-" Vede."
" Ci segui un tratto a piede? "-" Signora, volentieri."
" ah! Ti presento, aspetta, l'avvocato: un amico
caro di mio marito. Dagli la bicicletta."
Sorrise e non rispose . Condussi nell'ascesa
La bicicletta accesa d'un gran mazzo di rose.
E la Signora scaltra e la bambina ardita
Si mossero: la vita una allacciò dell'altra.
(da Guido Gozzano, “Le due strade”)

Soprattutto nel caso di repliche all’estero nello spettacolo si fa ricorso ai testi in lingua originale di autori internazionali tra cui Chris Carlsson, ispiratore della Critical Mass (per es. da “Nowtopia”, Shake edizioni 2008) e l’antropologo Marc Augé (da “Il bello della bicicletta”, Bollati Boringhieri, 2008).
Le lettura delle poesie nel corso dello spettacolo di preferenza sono affidate all’ospite, che varia di replica in replica.
Andrea Satta, oltre che cantante-leader dei Têtes de Bois e ideatore del progetto, è il direttore artistico di un festival sulla bicicletta che ogni anno si svolge con successo alle porte di Roma ed è stato inviato dal 2007 al Giro e al Tour de France per diversi quotidiani nazionali. Inoltre Satta è autore di romanzo pubblicato nel 2007 per la casa editrice Ediciclo, dedicato alla bicicletta, da cui sono tratte la maggior parte delle storie dello spettacolo (vedi esempi riportati sopra).
In caso di esibizione all’estero alcune parti dello spettacolo in italiano sono tradotte e mandate come sottotitoli, anche eventuali ospiti stranieri in Italia verranno sottotitolati o tradotti in simultanea.
LE IMMAGINI
Le immagini costituiscono il principale elemento scenografico: su un grande telo, posizionato sul fondo del palco e grande quanto tutta la superficie del palco, vengono selezionate e proiettate le immagini derivanti da quattro fonti:
a) Un proiettore che, a seconda del contesto, manda una miscellanea di immagini sulla bicicletta (spezzoni di film, documentari, video) o anche un intero film, o una sequenza di video, sempre in tema. Tali scelte sono a cura dal regista Agostino Ferrente. La proiezione potrà avere luogo sia nella stessa area scenica sia in un’area limitrofa (ad esempio il foyer del teatro, un corridoio di accesso, un muro esterno)
b) Le visioni su sabbia di Licio Esposito, artista che, dal vivo, posizionato sul palco insieme ai musicisti e ripreso da una videocamera, grazie a un supporto costituito da una tavoletta illuminata dal basso, anima la sabbia, disegnandola, cambiandone di continuo le forme, in una sorta di disegno animato costruito però in diretta e con una forte connessione ritmica con la musica. Quando il uadro è compiuto, con un gesto minimale, la sua mano, gigante sullo schermo, cancella.
c) Le vignette di Sergio Staino, padre della satira italiana, matita quotidiana
dell’Unit\'e0 e collaboratore del Corriere della Sera, l’inventore di Bobo. Anche
Sergio Staino \'e8 posizionato sul palco e ripreso da una videocamera e, in diretta,
regala alcuni inserti satirici con le sue vignette . Le vignette di Staino sono
estemporanee e strettamente collegate al testo o alla tematica che in quel
momento il testo affronta. Sergio Staino \'e8 stato inviato al Giro d’Italia insieme
ad Andrea Satta per l’Unit\'e0. Insieme hanno dato vita ad un reportage unico
che, a partire dalla corsa, ha raccontato un’altra Italia. Tale spirito \'e8 riproposto
nello spettacolo e ne costituisce il sottotesto centrale.
d) Un computer che raccoglie i preziosi fondali disegnati dall’illustratrice Marta Dal Prato e altri eventuali materiali.
Nota: in caso di esibizione all’estero o della presenza di ospiti stranieri lo schermo servirà anche come base di proiezione per i sottotitoli.
LA SCENOGRAFIA
L’impianto scenografico è minimale, quasi una traccia, tra gli artisti pezzi di biciclette destrutturate, una grande ruota, un telaio, la bici di un bambino capovolta e microfonata vicino alla catena per poterne catturare il suono girando i pedali. Gli elementi di scena sono realizzati dall’artista Fernanda Pessolano. Dove possibile su un lato del palco, e durante tutto il corso dello spettacolo, un ragazzo, illuminato da
un faretto, monterà da zero una bicicletta intera. Lo spettatore, grazie alla combinazione di tutti questi elementi, video, artisti che lavorano in diretta sul palco, pedalatori, si ritroverà così totalmente immerso negli elementi strutturali della bicicletta e coinvolto a 360°, anche fisicamente, nello spettacolo.
TERRITORIALITA’
Goodbike è un evento che si lega strettamente ai territori che attraversa intercettandone le storie e gli eroi. Laddove possibile saranno inviati attori o poeti del luogo a svolgere il ruolo dell’attore-lettore delle poesie e campioni locali e associazioni sportive, amatoriali, cicloturistiche per la squadra dei pedalatori.
Quest’ultima, costituita da 100 unità come sopra indicato, dovrà essere sostenuta da un nucleo forte di 80 pedalatori locali allenati, reclutati con anticipo tra le associazioni del territorio di cui sopra. Gli altri 20 pedalatori saranno scelti nel pubblico di ogni serata e potranno anche essere più di dieci poiché potranno alternarsi (ad esempio, uno spettatore pedalerà mezz’ora e poi si farà) sostituire da un altro spettatore. Ovviamente qualora nel territorio fosse presente un ciclista famoso, verrà invitato a una pedalata d’onore sui rulli di alimentazione.
Anche sul piano delle immagini, se il territorio avrà espresso qualcosa di particolare nell’ambito visivo relativo alla bicicletta, si cercherà di raccoglierlo e riprodurlo o nella miscellanea cinematografica o traverso il pc (vedi sopra).

I TÊTES DE BOIS

Têtes de Bois è una band molto speciale, un sestetto composto di voce, tromba, basso, piano e tastiere, chitarre, set percussivo. Una storia fatta di visioni trasversali e luoghi impropri, di poesia, strade e svincoli, di Berlino e di Parigi, di periferie, di concerti sulle scale mobili nei sotterranei dei metrò e su un camioncino, di fabbriche e lavoro, di interventi estemporanei sui tram, nelle stazioni ferroviarie, ma anche di club, centri sociali, teatri, cinema, tv e festival prestigiosi.
Per Ttes de Bois l'evoluzione della propria musica passa attraverso la ricerca di un'"altra" formula, fatta di parole e suoni catturati nei luoghi della quotidianità‚ di transito, una formula attenta ai segnali, aperta alle sollecitazioni e alle inquietudini.


Têtes de Bois nasce il 15 febbraio del 1992 con un concerto su un vecchio camioncino Fiat 615 NI del 1956, acquistato da un rigattiere e diventato palco ambulante, in Piazza Campo de' Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno. Da allora tanta strada, chilometri e chilometri.


Discografia:
"E anche se non fosse amore" (1994, Têtes de Bois)
"Pezzi di ricambio" (1997, EMI)
"Ferré, l'amore e la rivolta" (2002, La mémoire et la mer/il manifesto CD)
"Pace e Male" (2004, il manifesto CD)
"Avanti Pop" (2007, il manifesto CD)
"Goodbike" (2010, Ala Bianca/Warner)

Premi:
2002 Targa Tenco categoria migliori interpreti
2005 Premio Lunezia Elite
2007 Targa Tenco categoria migliori interpreti
2007 Premio MEI per il miglior progetto speciale (Avanti Pop)
2008 Premio Matteo Salvatore
2010 Premio PIVI al videoclip "Alfonsina e la bici", tratto da "Goodbike" e diretto da Agostino Ferrente
2010 "Goodbike" secondo classificato al Premio Tenco nella categoria miglior disco assoluto.

Filmografia:
"Baci da Roma" di Laura Muscardin, - musiche
"Le ombre rosse" di Citto Maselli - partecipazione e musiche
"Passannante" di Sergio Colabona -  partecipazione e musiche

Televisione
"Niente di Personale" condotto da Antonello Piroso su LA7 - ospiti musicali fissi nella stagione 2007
Partecipazione al Festival di Sanremo come ospiti di Paolo Rossi nell'edizione 2007
"Fratelli e sorelle d'Italia", LA7, 2011 - ospiti musicali fissi

Bibliografia
"Avanti Pop - I diari del camioncino", a cura di Timisoara Pinto (libro + dvd), 2008, il manifesto CD
"I riciclisti" di Andrea Satta (2009, Ediciclo)
Andrea Satta ha inoltre seguito come inviato il "Tour de France" del 2008 per il Manifesto e il Giro d'Italia per l'Unità nel 2009 e 2010. Dal 2010 scrive "Dio è morto", rubrica settimanale sull'Unità.

Progetti

Un posto a parte meritano i progetti speciali dei Têtes de Bois, oltre che musicisti ideatori e coordinatori di eventi: i concerti muti allo zoo nella vasca delle otarie, i concerti estemporanei sulle biciclette e nelle metropolitane, il progetto "Sotto il Cielo di Roma e Berlino", i festival "All'incontrario va", "Ferrovia dell'Allume" e "Stradarolo" (festival di arte su strada ideato e diretto nel decennio 1997-2007 nell'area Prenestina), il progetto europeo Polymachina.

Sul fronte del teatro hanno firmato lo spettacolo teatral-musicale "Buongiorno Arturo" (in collaborazione con l'E.T.I.) e la versione teatrale di "Goodbike" per la regia di Danilo Nigrelli (2011).

Nel 2007 hanno realizzato il progetto itinerante nei luoghi di lavoro "Avanti Pop", il progetto artistico "TRAMiamo" (in collaborazione con il Comune di Roma) sul treno della ferrovia Roma - Pantano e nel dicembre 2007 hanno inaugurato il nuovo progetto di respiro mondiale "41° Parallelo", Officina culturale della Regione Lazio nel biennio 2008/2009.

Dal 2009 realizzano ogni autunno il Festival della Bicicletta - Goodbike, nei luoghi che furono di Stradarolo, a Zagarolo (Rm).

I Têtes de Bois sono: Andrea Satta, voce; Carlo Amato, basso; Angelo Pelini, pianoforte e tastiere; Luca De Carlo, tromba; Maurizio Pizzardi/Stefano Ciuffi, chitarre; Lorenzo Gentile, batteria.


 
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