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22 gennaio 2013 La chiave di Sara

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martedi 22 gennaio 2013
LA CHIAVE DI SARA

LA CHIAVE DI SARA



Trama del film La chiave di Sara:
Parigi, ai giorni nostri. Julia Jarmond, giornalista americana che vive in Francia da 20 anni, sta facendo un’inchiesta sui dolorosi fatti del Velodromo D’inverno, il luogo in cui vennero concentrati migliaia di ebrei parigini prima di essere deportati nei campi di concentramento. Lavorando alla ricostruzione degli avvenimenti si imbatte in Sara, una donna che aveva 10 anni nel luglio del 1942, e ciò che per Julia era solo materiale per un articolo, diventa una questione personale, qualcosa che potrebbe essere legato ad un mistero della sua famiglia.


GENERE: Drammatico
REGIA: Gilles Paquet-Brenner

SCENEGGIATURA: Serge Joncour, Gilles Paquet-Brenner
ATTORI:
Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy, Dominique Frot, Gisèle Casadesus, Aidan Quinn, Natasha Mashkevich, Arben Bajraktaraj


FOTOGRAFIA: lt Pascal Ridao
MONTAGGIO: Hervé Schneid
PRODUZIONE: Hugo Productions, Studio 37, TF1, France 2 Cinéma
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: Francia 2010
DURATA: 111 Min
FORMATO: Colore

Recuperando un evento storico dimenticato, ci contagia con la commozione.

Come il recente Il vento di primavera , La chiave di Sara , ispirato all’omonimo bestseller di Tatiana De Rosnay, rievoca il terribile e vergognoso episodio del rastrellamento di migliaia di connazionali ebrei effettuato nel luglio del 1942 a Parigi dalla polizia francese su istanza dei nazisti occupatori.
Questo filo narrativo - raccontato dal punto di vista di Sara, una bambina che avrà la sorte di sopravvivere al resto della famiglia - si intreccia nel presente alla vicenda di una giornalista americana che, rinvangando in quei lontani fatti, mette in crisi il suo matrimonio e la sua vita. Come succede in questi casi, c’è un episodio che risulta più emozionante ed è quello di Sara. La parte attuale resta piatta e di maniera e, nonostante Kristin Scott Thomas sia una gran brava attrice, è la vibrante Melusine Mayance che impersona Sara a rimanere impressa.  
Alessandra Levantesi La Stampa
Julia Jarmond è una giornalista americana, moglie di un architetto francese e madre di una figlia adolescente. Da vent'anni vive a Parigi e scrive articoli impegnati e saggi partecipi. Indagando su uno degli episodi più ignobili della storia francese, il rastrellamento di tredicimila ebrei, arrestati e poi concentrati dalla polizia francese nel Vélodrome d'Hiver nel luglio del 1942, 'incrocia' Sara e apprende la sua storia, quella di una bambina di pochi anni e ostinata resistenza che sopravviverà alla sua famiglia e agli orrori della guerra. Impressionata e coinvolta, Julia approfondirà la sua inchiesta scoprendo di essere coinvolta suo malgrado e da vicino nella tragedia di Sara. Con pazienza e determinazione ricostruirà l'odissea di una bambina, colmando i debiti morali, rifondendo il passato e provando a immaginare un futuro migliore.
La Shoah è un argomento pericoloso dal punto di vista artistico. Si tratta di una tragedia così traumatica e indicibile da renderla di fatto irrappresentabile. Eppure il cinema si è misurato infinite volte con questo soggetto storico tentando approcci 'esemplari' con
Il pianista di Polanski o Schindler's List di Spielberg, sperimentando sguardi morbosi con lt Il Portiere di notte, osando quello favolistico e 'addolcente' con La vita è bella e Train de vie. Trasposizione del romanzo di Tatiana de Rosnay, La chiave di Sara aderisce al dramma interiore della bambina del titolo raddoppiandone il senso di colpa ed esibendo un gusto per l'iperbole che lascia perplessi. (…)    Marzia Gandolfi


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